Santa Teresa d'Avila, una grande riformatrice

Monaca, mistica e dottore della Chiesa: a 500 anni dalla nascita ricordiamo la figura della religiosa che ha riformato la famiglia carmelitana. L'intervista a suor Cecilia, una giovane suora del Carmelo di Piacenza

Parole chiave: santa teresa d'avila (1), suore carmelitane (1), riforma (44), chiesa (665)
santa teresa d'avila, carmelitane

«Ero in prima superiore e, leggendo l’autobiografia di Teresa di Lisieux, “Storia di un’anima”, mi sono sentita “letta” io in quella scoperta di Gesù vivo nella mia vita, scoperta che stavo sperimentando senza riuscire a decifrarla. Lì ho detto sì perché mi sembrava che il Carmelo fosse lo “spazio” che mi avrebbe permesso di esprimere e comunicare tutto l’amore che mi era stato riversato dentro. L’unico modo in cui poter essere per tutti e di tutti». Suor Cecilia, giovane suora del Carmelo di Piacenza, 29 anni e un amore assoluto per santa Teresa d’Avila, ha accettato di raccontare a «il nostro tempo» la storia della sua vocazione, una scelta controcorrente per sottrarsi a certe «logiche oggi culturalmente molto forti» e scoprire una spiritualità «semplice, essenziale, capace di lodare Dio per la relazione con l’altro». La sua giornata inizia alle 5.30 del mattino, ci racconta, poi le lodi, un’ora di orazione («La preghiera silenziosa che ci ha consegnato Teresa come “rapporto di amicizia con colui da cui sappiamo essere amati”») e la messa, quindi il lavoro, «soprattutto impegni domestici a rotazione oltre agli incontri in parlatorio con singoli o gruppi che vengono a trovarci». Nel pomeriggio lo «spazio eremitico autogestito» dedicato alla preghiera, alla lettura, alla recita individuale dell’ora Nona. E poi i Vespri. La giornata delle monache si chiude alle 20.45, l’ora di Compieta, che apre il grande silenzio, fino al mattino seguente.

Oggi la scelta della clausura può sembrare anacronistica. Che senso ha una scelta come la sua?

Ha il senso di non servire, direi! Ha il senso di scegliere di sottrarsi a certe logiche culturalmente molto forti oggi, ma già ai tempi di Gesù se pensiamo che san Paolo scriveva che la croce era «scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani». Ecco, credo che questa scelta voglia essere un tentativo di porsi al di fuori delle logiche della produttività, della «mentalità dello scarto», come la chiama papa Francesco, per dire che l’uomo è di più, è immensamente di più, e che la sua vita vale sempre, anche quando “non serve” secondo le nostre logiche. La preghiera, l’amore “a perdere” sono dinamiche che vanno in questa direzione, nella vita di tutti e anche nella nostra.

Quest’anno ricorre il 500° anniversario della nascita di Santa Teresa d’Avila. Un personaggio quindi non proprio moderno. Fra tante possibilità di scelta religiosa, cosa le ha fatto scegliere proprio il Carmelo?

All’inizio è stata proprio un’intuizione: leggendo quel libro di Teresa di Lisieux, ho capito che questo stile di vita corrispondeva al desiderio che il Signore aveva seminato dentro di me. Gli aspetti che mi piacciono di più della nostra spiritualità sono sicuramente la semplicità che Teresa ha voluto fra di noi: ha scelto di fondare comunità piccole (non possiamo essere più di ventun sorelle) perché i rapporti fossero intensi e sullo stile di una famiglia. La prospettiva relazionale con cui Teresa vive la preghiera, la vita spirituale, ogni cosa si può dire, è un altro aspetto in cui mi ritrovo molto. A questo proposito, il nostro Padre Generale una volta ci diceva: «Come da un francescano mi aspetto che abbia questa capacità di lodare Dio per le sue creature, così mi aspetterei da un carmelitano la capacità di lodare Dio per la relazione con l’altro»: questo a me piace molto. E poi l’essenzialità, propria della vita monastica che, attraverso il silenzio, il ritmo quotidiano, le relazioni fraterne, la clausura, aiuta ad andare in profondità, a scoprire la bellezza della vita perché è vita, a riconoscere le nostre fragilità e a poter gustare la dolcezza e la libertà di poter essere quelli che siamo perché Dio non ci chiede altro che questo.

L'articolo completo e lo speciale sui 500 anni dalla nascita di Santa Teresa d'Avila su il nostro tempo del 22 Marzo 2015

Spiritualità

archivio notizie

13/04/2017

Valeria, una storia di risurrezione

La storia di una detenuta al carcere delle Vallette di Torino: "una rinascita vera dietro le sbarre, come un nuovo parto"

16/03/2017

Sermig, la fraternità della speranza

L'Arsenale della Pace fondato da Ernesto Olivero: un "monastero metropolitano" aperto a tutti i bisognosi 

03/03/2017

Monte dei Cappuccini, un miracolo di carità

Il Convento di Santa Maria, sopra la Gran Madre a Torino: un aiuto concreto a chi è in cerca di speranza 

23/02/2017

Voci e La Parola una nuova rubrica. "Misericordia" un percorso biblico

I due brani: “Misericordia voglio e non sacrificio” (Os 6,6; Mt 9,13)