Prestito speranza un aiuto concreto a giovani e famiglia
Presentata dall'Arcivescovo di Genova e presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, la terza fase del progetto di microcredito
«L’Italia è un Paese in affanno». Dice chiaro e netto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, alla presentazione del «Prestito della speranza fase 3». Lo aveva già affermato all’ultimo «parlamentino» della Cei il 26 gennaio: «La lama del disagio continua a tormentare moltissime famiglie che non arrivano a fine mese; anziani che attendono le magre pensioni mangiando pane e solitudine; giovani che bussano sfiduciati alle porte del lavoro; adulti che il lavoro lo hanno perso e che hanno famiglia da mantenere e impegni da onorare».
L’analisi di Bagnasco è impietosa e realistica. I segni di ripresa sono labili: «La crisi economica perdura, anche se Bruxelles ha approvatola Leggedi stabilità. Il disagio tormenta giovani e meno che si sentono inutili perché privi di un lavoro. Molte imprese sono costrette alla resa. Le indagini Istat descrivono un Paese in affanno: le parrocchie e le Caritas sono assediate da persone che cercano disperatamente un lavoro». E molti giovani gettano la spugna.
Il «Prestito della speranza» è uno strumento messo a punto dalla Cei nel 2009 per dare sostegno alle famiglie. In questi anni sono stati erogati 26 milioni di euro di credito a 4.500 nuclei familiari. Le Regioni che ne hanno usufruito di più sono Campania, Puglia e Lombardia.Nel 2015-2016, ancora con il provvidenziale aiuto di Intesa San Paolo, si punta ad arrivare a 100 milioni di euro. I destinatari sono le famiglie disagiate, per un importo massimo di 7.500 euro, e le nuove piccole imprese che potranno beneficiare di un prestito massimo di 25 mila euro.
Afferma Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa San Paolo: «Moltiplichiamo per tre le famiglie che possono essere sostenute: ne abbiamo sostenute quasi 5 mila, ne sosterremo 15 mila. È un progetto che considero assolutamente coerente con i valori di Intesa San Paolo». Si tratta di prestiti con interessi, ma la stragrande maggioranza di coloro che lo hanno ricevuto ha restituito il finanziamento».
Nel vergognoso e generale silenzio della stampa di destra, di sinistra e di centro – a eccezione di «Avvenire» e delle testate cattoliche - questa dell’episcopato è la più importante esperienza italiana di microcredito. Spiega Bagnasco: «L’iniziativa si apre alle microimprese e alle nuove iniziative imprenditoriali, capaci di creare investimenti e posti di lavoro. Nel 2015-2016 speriamo di erogare più credito, a tassi molto contenuti a famiglie e persone in difficoltà. “Fare Impresa” è la proposta rivolta alle aziende».
Il progetto ha sei anni, è stato varato nel 2009 per «costruire un ponte per le famiglie in difficoltà». I 26 milioni sono stati erogati dalle Caritas diocesane. Orala Chiesatorna in campo. L'obiettivo è erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della Cei, provenienti dall' 8x1000, destinato dai cittadini contribuenti, e affidato a Banca Prossima, l’entità del Gruppo dedicata al no profit laico e religioso. Si conclude così la seconda fase del progetto di microcredito dalla Cei che ha finanziato famiglie e microimprese, escluse dal credito ordinario.
La novità è che il finanziamento è aperto alle microimprese o alle nuove imprese capaci di creare investimenti e posti di lavoro. Il lavoro è l’obiettivo del «Prestito della speranza». Due le forme di credito. Il «credito sociale» destinato alle famiglie disagiate, con un prestito massimo di 7.500 euro in 6 rate bimensili di € 1.250; il «credito fare impresaۚ» destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione di € 25.000, con particolare attenzione ai giovani sotto i 40 anni. I tassi applicati - che si avvalgono del finanziamento Bce e della garanzia Cei - sono il 2,50% per le famiglie, con una rata mensile media di 138 euro, e il 4,60% per le microimprese, con una rata mensile stimata di 468 euro. La durata del prestito è di 6 anni di cui 5 di ammortamento che decorre 12 mesi dopo l’erogazione.
Il presidente della Caritas italiana, mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento, ribadisce l’impegno delle Caritas diocesane «nell'educare alla solidarietà. Molte Caritas hanno chiesto di rinnovare il prestito e hanno accolto con entusiasmo le condizioni attuali. La rete Caritas cerca di rispondere ai bisogni della gente nei 5 mila centri di ascolto offrendo servizi essenziali». I destinatari dei prestiti sono individuati a livello locale, in collaborazione con i volontari dell’«Associazione Vobis» che si occupa delle famiglie che versano in particolari difficoltà per prevenire e combattere il superindebitamento, che è l’anticamera degli «strozzini». Spiega Bressan: «Alla Caritas spetta la prima accoglienza e dare il giusto consiglio».
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