Pagine sulla fede degli omosessuali

Su un tema delicato e poco dibattuto all'interno del mondo ecclesiale la bella esperienza di Jean Michel Dunand e la Comunione di Betania

Parole chiave: fede (42), omosessualità (3), comunità (43), francia (38), torino (730)
Pagine sulla fede degli omosessuali

Un saggio su «Omosessuali e transgender alla ricerca di Dio» (ed. Effatà), di Adrien Bail a colloquio con Jean-Michel Dunand, fondatore della Comunione di Betania in Francia, sta ponendo all’attenzione un tema delicato e spesso rimosso all’interno della comunità ecclesiale. Chiare parole pronunciate pochi giorni fa del Papa, rientrando dal viaggio in Georgia e Azerbaigian, incoraggiano proprio a riflettere, a non ignorare la questione. Sollecitato su omosessualità e gender, il Pontefice ha riferito di aver accompagnato nella sua «vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa, persone con tendenza e con pratica omosessuali; quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Gesù non gli dirà sicuramente: 'Vattene via perché sei omosessuale!'». Certo Papa Francesco ha anche messo in guardia dalle strumentalizzazioni ideologiche condannando con fermezza l’ideologia gender, la «cattiveria» dell'indottrinamento, soprattutto nei confronti dei ragazzi nelle scuole.

Il volume di Adrien Bail raccoglie esperienze di vita: il ritratto di dodici cristiani appartenenti a una piccola fraternità di persone omosessuali e transgender. Documenta periodi di smarrimento, lotta interiore, e poi istanti di rivelazione e di conversione; il tratto che accomuna tutti è una forte esperienza di Dio nella preghiera. Come osserva nell’introduzione al volume don Gian Luca Carrega incaricato della Diocesi di Torino per l’accompagnamento delle persone omosessuali credenti, raccontarsi «è un’operazione al tempo stesso penosa e liberante, dolorosa e catartica».

Uno dei protagonisti del libro, Jean-Michel Dunand, cinquant’anni, fondatore della «Comunione Betania», è stato recentemente a Malanghero (Torino) per la presentazione del volume.

Com’è nato il libro?

Il giornalista Bail ha trascorso con la nostra comunità una intera estate. Al termine di quel periodo ne ha scritto con profondità e garbo. Nel libro vi sono vicende di persone, che superato ogni pregiudizio, mostrano la ricchezza e bellezza delle loro vite senza dimenticare la sofferenza spesso rimossa o occultata per tanti anni. Una liberazione che nasce dalla condizione di figli di Dio, di persone credenti, in ricerca, alla ricerca di una spiritualità e un rapporto con il Padre.

Cos’è la Comunità di Betania?

Nacque da una mia idea del 1984. Avevo 19 anni. Avevo vissuto un’adolescenza molto dolorosa, una scoperta della sessualità brutale che mi aveva sconquassato: da una parte c’era la mia realtà affettiva, cioè l’omosessualità, che vivevo in modo compulsivo; dall’altra il desiderio di appartenere a Cristo. Questo desiderio assumeva la forma di una ricerca di ascesi il cui scopo, inconfessato, era di allontanare quell’aspetto di me che non riuscivo ad accettare. Ero entrato a far parte dell’ordine dei Carmelitani in questa prospettiva ed ero ancora molto combattuto. È allora che ho avuto l’intuizione di una fraternità di preghiera per le persone omosessuali, all’interno della Chiesa. Io preferisco parlare di persone omosensibili e di omosensibilità, perché il significato non si riduce all’aspetto genitale. Nella mia vita ho scoperto che potevo essere una persona unica e coerente: un uomo che aspira a Cristo, in un’umanità che è anche mia.

Com’è organizzata la vita della fraternità?

Ci impegniamo nella preghiera e nel servizio. Quest’ultimo è innanzitutto la carità che dobbiamo vivere tra noi e nelle attività di ogni giorno. Tutti i giorni preghiamo in unione con i monasteri e gli amici a cui ci siamo affidati. Chi di noi abita a Parigi, Lione e Montpellier si riunisce regolarmente in gruppi di preghiera. Infine, partecipiamo a due ritiri all’anno. Attualmente i ritiri si svolgono a luglio nel convento carmelitano di Mazille, vicino a Cluny (Saône-et-Loire), e a fine novembre nella comunità delle Suore del Cenacolo a Versailles.

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