Un grande famiglia. il racconto di due volontari

Il racconto dell'esperienza di due giovani operatori nella casa dei fratelli del Cottolengo di Palluruthy (Cochin), nella regione indiana del Kerala

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Un grande famiglia. il racconto di due volontari

 

I fratelli cottolenghini si prendono cura di una quarantina di ospiti di diverse età, appartenti a religioni e caste differenti, provenienti da varie regioni dell’India, ma tutti portatori di handicap fisici o mentali (il Santo fondatore Giuseppe Benedetto Cottolengo li chiamava buoni figli).

Molti ospiti hanno perso i contatti con i parenti o non possono appoggiarsi in alcun modo alla famiglia di origine: di alcuni di loro non si conosce nemmeno il nome né l’età anagrafica precisa (perché sono stati abbandonati), altri sono invece stati affidati ai fratelli cottolenghini dopo il decesso dei genitori (non potendo le famiglie di origine gestire la problematica legata alla disabilità).

 

La casa di Palluruthy è dotata di un impianto per la produzione di energia elettrica a pannelli solari e di un sistema di pompe e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana (usata per scopi domestici). È inoltre presente una stalla con diversi bovini, allevati con un duplice scopo: produrre latte per il sostentamento degli ospiti e dei fratelli (il latte eccedente viene venduto) e produrre biogas, usato per la cottura dei cibi. Questa è stata un’ottima intuizione dei fratelli, perfettamente in linea con le recenti considerazioni fatte da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si sulla salvaguardia dell’ambiente.

 

La realizzazione degli impianti per l’uso delle energie rinnovabili, pur avendo comportato notevoli sforzi finanziari da parte dei fratelli (che purtroppo non hanno ricevuto alcun sussidio statale), contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo di larghe vedute di automantenere energeticamente la struttura stessa.

 

I disabili abitano in un ambiente “aperto”: la struttura muraria come tutte le abitazioni in questa zona è priva di vetri per esigenze legate al clima tropicale; inoltre gli spazi interni sono un tutt’uno con l’ampio giardino in cui gli ospiti sono liberi di circolare e dove vengono effettuate parte delle attività occupazionali. Oltre alla cura dei bisogni primari, infatti, un’attenzione particolare viene data allo sviluppo e alla valorizzazione delle abilità individuali attraverso iniziative di animazione di vario genere: orticoltura, allevamento di pollame, produzione artigianale di candele e manufatti in tessuto o carta.

 

Adiacente alla struttura è presente anche una comunità di suore cottolenghine, che collabora con i fratelli nelle attività per gli ospiti. Abbiamo potuto sperimentare concretamente anche noi che gli ospiti vivono in una grande famiglia, comprendente non solo i fratelli e le suore cottolenghine, ma anche parecchie famiglie e volontari: qui si condivide proprio tutto!

Dopo le attività legate all’igiene personale dei disabili, la giornata inizia sempre con la Santa Messa nella cappella della casa dei fratelli: alla celebrazione eucaristica prendono sempre parte molti fedeli, oltre agli ospiti e religiosi cottolenghini.

Siamo rimasti piacevolmente stupiti della continua presenza di visite da parte di persone esterne, sia per prestare servizio ai disabili, sia per pregare personalmente nella chiesetta dei fratelli o presso la statua della Vergine in giardino: le porte della comunità sono davvero aperte!

Sovente la Provvidenza si è manifestata con l’arrivo di intere famiglie giunte a commemorare un loro defunto o a festeggiare un anniversario o compleanno insieme alla comunità; queste ricorrenze vengono celebrate con un momento di servizio agli ospiti e con una successiva offerta e condivisione del pasto con la comunità religiosa, comprensiva di lavaggio piatti!

 

Ci ha rallegrato la vicenda di un bambino contentissimo di aver potuto festeggiare il suo compleanno con gli ospiti e con la comunità. Difficilmente in Italia una festa di compleanno viene condivisa con i disabili in una struttura: forse fa troppa paura e non fa parte della “normalità”...

Benché gli impegni dei religiosi cottolenghini siano molti e il lavoro sia inderogabile, abbiamo conosciuto una comunità che vive nella gioia,  alimentata senza dubbio dalla preghiera comunitaria e dai momenti di adorazione eucaristica.

Fanno parte della comunità religiosa: fratel Joseph, superiore della casa, fratel Shibu, fratel Binoy, fratel Antony e fratel George, che con i suoi 90 anni sostiene tutta la comunità con l’orazione costante.

Motivo del nostro viaggio a Palluruthy è stato anche l’invito a partecipare alla professione perpetua del nostro amico fratel Binoy Peter Kurisingal, un giovane infermiere che si è donato nel servizio di amore verso gli ultimi.

L’esperienza di condivisione fraterna e ospitalità ricevuta ci ha permesso di sperimentare concretamente il comandamento dell’amore verso il prossimo.

 

 

Per chi volesse sostenere la missione può far riferimento a Cottolengo ONLUS Banca del Piemonte Sede di Torino
IBAN: IT16T0304801000000000085070
CAUSALE: fratelli Palluruthy 

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