Giovani per l'ecumenismo

La celebrazione presso la Chiesa del SS. Nome di Gesù giovedì 21 con la pastorale giovanile, la commissione ecumenica ragazzi delle chiese cristiane

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Giovani per l'ecumenismo

All’inizio non si era popolo: la divisione nelle 12 tribù, la ricerca della propria per iniziare l’esperienza del ritrovarsi, la presentazione personale, la richiesta di perdono per le divisioni, il riconoscere, attraverso la prima lettera di S. Pietro che si è “eletti”, ritrovarsi radunati dal Buon Pastore, riconoscersi popolo grazie alla Misericordia di Dio: ecco in rapida sintesi il cammino scelto per la preghiera ecumenica dei giovani che si è tenuta presso la Chiesa del SS. Nome di Gesù giovedì 21 gennaio, per comprendere la chiamata ad annunciare a tutti le opere meravigliose di Dio (1Pt 2,9).

Giovani cattolici, ortodossi, valdesi insieme hanno vissuto un ‘esperienza concreta di incontro che ha messo in pratica, come sottolineato a latere da don Andrea Pacini e don Mario Aversano, ciò che è stato testimoniato ossia che, sulle differenze delle appartenenze, che certo esistono, è prevalso ciò che unisce in Cristo.

L’incontro, organizzato dalla Commissione Cattolica Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo, le Comunità Ortodosse di Torino,la Commissione Evangelica per l’Ecumenismo con la collaborazione della Segreteria Attività Ecumeniche, ha visto la partecipazione di tanti ragazzi che, in una fredda serata torinese, si sono radunati intorno alla luce del Signore per accendere tante fiammelle di speranza da spargere: è l’augurio contenuto nel messaggio rivolto da don Luca Ramello, direttore dell’ufficio per la pastorale dei giovani: “questa sera viviamo un’esperienza che è un fiore.

Ecumenismo Giovani

C’è un cammino, un gruppo che si è impegnato, tanti ragazzi che vedono questo fiore, ne fanno esperienza, il frutto invece nasce quando condivideremo questa esperienza tornando nelle nostre comunità, quando la viviamo nel nostro quotidiano”. Ultima notazione: la proposta di solidarietà ha riguardato il sostegno al progetto “Humanitarian Desck” volto a creare punti di accoglienza umanitaria, corridoi umanitari, per coloro che fuggono da guerre contrastando il traffico di esseri umani. 

Una aggiunta: il piccolo momento conviviale nel salone parrocchiali, ospiti del parroco, don Roberto Populin, è stato idealmente, un prolungamento di questa esperienza di incontro, conoscenza, cammino di unità che si nutre anche di queste semplici consuetudini!

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