Addio don Cesare Massa, prete del dialogo

Testimone del Vangelo in relazione con le fatiche e le sfide dell'umanità 

Parole chiave: massa (2), cesare (3), vercelli (1), meic (3)
Addio don Cesare Massa, prete del dialogo

È morto nella tarda serata di sabato 15 luglio, a Vercelli, mons. Cesare Massa. Decano del clero vercellese, aveva compiuto 93 anni lo scorso 13 marzo. Laureatosi in pedagogia a Torino, è stato professore di filosofia al liceo classico di Varallo e poi in quelli di Vercelli, dove insegnò anche all’Istituto magistrale. Prima di diventare sacerdote nel 1969, ordinato dall’arcivescovo Albino Mensa, Massa fu anche impegnato in politica come esponente della Democrazia cristiana ricoprendo la carica di segretario vercellese del partito e di consigliere comunale. Per diversi anni ha diretto anche il settimanale diocesano “L’Eusebiano”, testata che dal 1993 ha preso il nome de “Il Corriere eusebiano”.

La sua, ricordano dal settimanale, fu “una direzione caratterizzata dall’intelligenza e dalla sensibilità in particolare verso i temi di rilevanza sociale”. In stretto contatto con Enzo Bianchi e la Comunità monastica di Bose, mons. Massa fu fondatore e animatore a Vercelli del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic). Nel 2011, “per la sua attività nel mondo ecclesiastico e della comunicazione ecclesiastica”, fu insignito del riconoscimento di “Vercellese dell’anno”. I funerali saranno celebrati domani, martedì 18 luglio, alle 10.30 nella basilica di sant’Andrea, a Vercelli. La camera ardente, invece, è allestita nella Chiesa di san Michele, di cui mons. Massa era rettore.

Il ricordo del prof. Renato Balduzzi, già presidente nazionale del Meic: 

“La lunga e nobile vita del prof. don Cesare Massa va ricordata e meditata. Intellettuale vero, tra i grandi del Piemonte novecentesco e certamente il principale in terra vercellese, ha cercato con tenacia e coraggio segni e frammenti di verità. Educatore lo è stato sempre, dal liceo di Borgosesia al gruppo vercellese del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale. Capace di guardare e amare l’Oltre, ha saputo preoccuparsi del qui ed ora della vita civile e politica: dapprima con l’impegno diretto e personale, all’interno della Democrazia Cristiana vercellese che lo vide anche segretario, poi con il ministero del consiglio spirituale dopo l’ordinazione sacerdotale, arrivata in età adulta e matura. Attentissimo ai fermenti spirituali in terra piemontese e al di là delle Alpi, ha seguito e partecipato alla vita di molti dei luoghi dove la radicalità evangelica si è potuta manifestare ed irradiare: a Bose soprattutto, ma anche a Taizé e a Pra’d Mill. A moltissimi di noi ha dato qualche cosa, traendola dai tanti talenti che aveva ricevuto e saputo far fruttificare. Per me, soprattutto negli anni della Presidenza nazionale del Meic, era una certezza sapere che il suo occhio acuto seguiva il nostro impegno, senza fare sconti, ma sempre con l’affetto di un padre, di un fratello maggiore. Non possiamo che essere grati per il grande dono costituito dal prof. don Cesare Massa.”

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