A Torino la spesa per chi è in difficoltà. Mons. Nosiglia: "segno dell'Amore più grande"

Con 870 tonnellate di cibo raccolto si conclude la Colletta Alimentare in Piemonte con un aumento del + 7.5% rispetto al 2013. La soddisfazione del presidente Salvatore Collarino del Banco Alimentare: “Segno della generosità di 700000 cittadini della nostra regione di fronte alla richiesta del Banco Alimentare di solidarietà verso coloro che tra noi più vivono in difficoltà”

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A Torino la spesa per chi è in difficoltà. Mons. Nosiglia: "segno dell'Amore più grande"

Il 29 novembre, anche in diocesi di Torino torna la colletta alimentare. In oltre 11 mila supermercati in tutta Italia (1150 solo in Piemonte) è possibile donare parte della propria spesa a chi ha di meno. A ciascun cliente all’entrata dei punti vendita i volontari della Fondazione Banco Alimentare, della Caritas e di altre organizzazioni di volontariato consegnano un sacchetto da riempire con generi alimentari di prima necessità. Sono richiesti soprattutto alimenti non deperibili quali sughi e pelati, latte a lunga conservazione, tonno e carne in scatola, legumi, olio, alimenti per l’infanzia. Tutto ciò che viene donato e raccolto verrà suddiviso, inscatolato ed inviato al centro di raccolta di Moncalieri.

Le 598 strutture caritative piemontesi convenzionate con il Banco potranno quindi attingere a queste riserve per assistere circa 121mila poveri nella nostra regione.

L'anno scorso 730 mila anonimi piemontesi avevano donato 810 tonnellate di cibo. «In questo momento di crisi – spiega Salvatore Collarino, presidente dell’associazione Banco Alimentare Piemonte – è forte per ciascuno la tentazione di isolarsi nel proprio bozzolo, ritenendo inutile i propri sforzi per superare le difficoltà economiche e sociali attuali».

Un italiano su dieci soffre di povertà alimentare. Circa 6 milioni di persone in Italia sono incapaci di sostenere la spesa minima per alimentazione, casa e vestiti. «La colletta alimentare – continua - dimostra che anche un piccolo gesto come donare una scatoletta di cibo se messo accanto ad altri può essere incisivo e determinante per molti». Lo dimostrano le 9.037 tonnellate di cibo donate nel novembre 2013 da 5,5 milioni di anonimi italiani che hanno permesso di aiutare quasi due milioni di persone indigenti.

Tutti coloro che fossero interessati a collaborare alla giornata di raccolta come volontari possono contattare il Banco al numero 011.6822901.

 

" target="_self">Il servizio di Telesu.tv

La cronaca dell'incontro di Mons. Nosiglia per il Banco Alimentare a favore di poveri

a cura di Stefano Di Lullo

Colletta del banco alimentare, “segno dell’Amore più grande”

«Segno di solidarietà che testimonia l’Amore più grande». Così l’Arcivescovo mons. Nosiglia ha definito la Colletta nazionale del banco alimentare di sabato 29 novembre che lui stesso ha sostenuto recandosi presso un ipermercato torinese dove per tutta la giornata ha prestato servizio un gruppo dei Volontari della Sindone che saranno impegnati nella prossima Ostensione del 2015.

L’Arcivescovo, accolto dai volontari e da don Roberto Gottardo, presidente perla Commissione diocesana perla Sindone e vicario episcopale per Torino-città, attraverso la spesa solidale, ha offerto il suo personale contributo per la raccolta di alimenti invitando ad un gesto di prossimità e condivisione verso le numerose situazioni di povertà della città, della diocesi e dell’intero Paese.

«In ogni dono, anche il più piccolo, c’è amore – ha sottolineato mons. Nosiglia –la Sindone ci spinge a percorrere la strada del dono di sé che diventa amore, per non essere egoisti, per non chiuderci in noi stessi. Anche i piccoli gesti diventano grandi e possono portare frutti di speranza nella società».

«Oggi sperimentiamo la gioia del dono – evidenziano Lina e Grazia, due volontarie della Sindone – quasi tutti offrono qualcosa per la raccolta, quello che possono, alcuni addirittura si scusano per non poter dare di più. Una giornata – concludono che ci arricchisce come volontari per l’intensa esperienza umana, ci sentiamo parte di una comunità capace di condividere con chi fa più fatica».