La Mole blu per la giornata sull'autismo

Anche a Torino si è celebrata la giornata per la consapevolezza su una realtà nella quale vivono molte persone

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La Mole blu per la giornata sull'autismo

Un pomeriggio di festa culminato in un grande abbraccio alla Mole Antonelliana illuminata di blu: così Torino ha celebrato l’8^ Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, insieme a tutte le principali città d’Italia e del mondo che hanno scelto di illuminare di blu i loro monumenti più significativi.

In più di mille tra volontari, cittadini e istituzioni, mentre l’azzurro del cielo svaniva all’inbrunire, hanno guardato l’accensione del monumento simbolo della Città, facendo volare migliaia di palloncini, naturalmente blu, tra gli stand allestiti dalle varie realtà, tra cui il Centro Servizi Vol.To, Angsa, Ama, Gruppo Asperger, Chicco Cotto, Giuco, Autismo e Società, Amica, San Camillo, Scuola Cottolengo, Cooperativa Sociale Arcobaleno e Interactive. Una luce che si è accesa su una patologia che in Italia coinvolge 500 mila persone e le loro famiglie, ma che è ancora troppo poco conosciuta e riconosciuta. Dell’autismo non è ancora chiara l’origine e si manifesta in modi e secondo intensità diversi.

Per Don Andrea Bonsignori, direttore didattico della Scuola Cottolengo, presente sotto la Mole, il segreto dell’integrazione è “trattare queste persone per quello che sono, accettando prima di tutto noi stessi nel rapportarci a loro” e ha annunciato la nascita di una nuova Fondazione Italiana e Internazionale per l’Autismo che raccoglie tutte le realtà che a vario titolo si occupano di questa patologia.

 

“Per il terzo anno - ha detto il Presidente di Vol.To, Silvio Magliano – insieme alla Città, all’USR e al Cottolengo, che ringrazio di cuore, abbiamo realizzato una grande iniziativa verso la cittadinanza, coinvolgendo Volontari e famiglie, punti cardine di un progetto di sostegno alle persone autistiche. Mi auguro che da domani siamo ancora tutti insieme, Istituzioni, famiglie e Volontariato, per creare un progetto che permetta di non avere paura del futuro, di pensare con ottimismo a quando questi ragazzi saranno più adulti”.

 

 

 

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