In ascolto dell'altro per migliorare la vita

Intervista ad Alessandra Bortolami che parla del  counseling  una disciplina di aiuto che  basa sull’ascolto, sulla relazione, sulla presenza e sull’empatia. Le iniziative al Caffè sospeso e in altre realtà sociali

Parole chiave: appuntamenti (1), incontro (27), counseling (1)
In ascolto dell'altro per migliorare la vita

Dunque, il nome del progetto «Caffè sospeso» è nato da una collega, che ha ripreso un'usanza napoletana che nasce a Napoli durante la guerra: l'idea è quella che tu entri in un bar, paghi il tuo caffè e ne paghi un altro per chi viene dopo, che ha difficoltà a pagarsi il caffè; da lì ci è venuto lo spunto del counseling perché in quello c'è l'idea di donare, della relazione, per cui l'abbiamo presa proprio come spunto: e quindi da questo abbiamo deciso di fare questo progetto che ha come base il punto d'ascolto, però con l'idea di creare proprio un momento in cui noi offriamo un caffè e ascoltiamo chi ha dei disagi, delle difficoltà di vita in quel momento lì. E allora facciamo questo primo incontro bevendo un caffè insieme, quindi molto informale. Poi abbiamo pensato di fare tre momenti di incontro di gruppo: il primo, sabato, in cui raccontavamo un po' di più che cos'è il counseling e qual era l'idea del progetto, gli altri due incontri saranno un po' più a tema, l'idea è quella di coinvolgere e far sperimentare che cos'è il counseling; negli altri due incontri ci sarà anche la mia collega che è sociologa e questo collega che è un attore, per cui sono momenti interattivi, per presentare, per farci conoscere e per creare fiducia, perché le persone ci conoscano prima di decidere di fare un incontro individuale.

E poi da lì chi vuole può decidere di venire con me, perché sono io la counselor, e quindi di fare questi incontri – il primo è gratuito – in cui si avvia il discorso del counseling. Intanto l'idea è di farlo al Caffè Basaglia perché si crea il legame con il territorio, perché il counseling è una professione che lavora sulle relazioni, con le persone sane, sul benessere, perché ha proprio quell'obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone. I cicli di counseling sono di massimo dieci incontri, perché quelli che vengono sono persone che stanno vivendo dei momenti di difficoltà, di transizione nella vita, difficoltà sul lavoro, nella relazione, quindi è necessario che queste difficoltà vengano chiuse in un ciclo di tempo abbastanza breve. Il counseling lavora sul riconoscimento delle potenzialità, delle qualità, sull'idea di trasformazione, di utilizzare quelli che sentiamo come punti di debolezza e farli diventare punti di forza. Il concetto è che ognuno è artefice di se stesso, della propria vita, quindi in ogni caso il counselor accompagna la persona perché è la persona stessa che ha già tutto dentro, bisogna aiutare a tirare fuori,  non è uno psicologo non lavora con le patologie, sulla malattia, nemmeno sulle cause del disagio, ma proprio su quello che tu vivi oggi, perché non va a fare un lavoro di analisi nel profondo, è proprio un concetto diverso, per i momenti che tutti viviamo nella vita, idea di cambiare, di uscire dalle proprie abitudini quando quelle abitudini non ci fanno stare così bene. Quindi i primi incontri sono conoscitivi, molto informali, sulla relazione, con l'ascolto. Faremo questi altri due incontri al caffè Basaglia, a novembre e a dicembre.

Che gente viene? Che tipologia di persone il counseling segue?

Chiunque. Nel senso che si lavora con ragazzi, con adulti, anche con anziani, perché il cambiamento può avvenire sempre, in ogni momento della vita. Anche questi incontri introduttivi sono aperti a tutti, se ci fossero dei ragazzi interessati a venire. Il punto fondamentale del counseling è che lavora sulla prevenzione, quindi sarebbe l'ideale che ci fossero più ragazzi, dalle scuole ad esempio. Lavora proprio sulla prevenzione perché tutto quello che uno vive non si trasformi in un domani in una patologia o in un disagio più importante.

Questo è un progetto, però voi lavorate anche su progetti più specifici, su giovani, piccoli gruppi...  Questa cosa qui riguarda la tua professione come counselor o questo gruppo di lavoro (tu, sociologa e attore) siete circoscritti a questo progetto?  Sì, siamo circoscritti a questo progetto, perché poi io come counselor insegno in una scuola di counseling su diverse tematiche, con altri progetti nelle scuole, ecc... Concentriamoci su questa iniziativa, che è un'iniziativa ideata da privati ma dentro un contesto pubblico... Esattamente, infatti è patrocinata dalla circoscrizione ed è sostenuta dal Consiglio Regionale del Piemonte (questo non è da dire adesso ma speriamo che a breve, avendo dei finanziamenti, le persone non dovranno pagare nulla per la consulenza, perché questo fa la differenza, però questi primi momenti sono gratuiti per sperimentare, per conoscersi).

Il gruppo di lavoro com'è nato?

Dietro c'è questa associazione che si chiama DNArt, associazione che fa ricerca in ambito sociale (in realtà sono due, DNArt è la parte che fa ricerca), in ambito artistico, culturale, l'altro pezzo è la parte proprio artistica, dove il presidente è Patrizia Besantini, che è un mimo. Ricerca nel sociale e aspetto creativo e artistico: uno degli ambiti dell'associazione, da adesso, è proprio quello del counseling. Ha fatto già tanti progetti. Non siamo solo tre così, ma c'è la circoscrizione, c'è l'associazione dietro...

E la particolarità di avere un counselor, una sociologa e un attore che differenza fa nell'approccio? Che cosa dite alle persone?

Il counselor è necessario perché è elemento costitutivo del progetto; la sociologa – questo non so se è necessario dirlo – è in fase di tirocinio, lei è sociologa ma si occupa di progettazione, è qui dentro in particolar modo per occuparsi di coordinamento e di progettualità, e di «ricerca di mercato», nel senso di come muoversi, di come proporlo, mentre lui come attore e formatore ha proprio un ruolo in questa prima fase di gruppo, in cui la sua parte è proprio artistica, nell'esprimere con degli sketch il mio raccontare il progetto.  Poi vedremo il loro ruolo strada facendo, è chiaro che gli incontri individuali li farò io. Però sai, di incontri di gruppo, se noi avessimo gente... noi ne abbiamo programmati tre ma con l'idea di andare avanti; questi continuerebbero ad essere gratuiti.

...intanto è un modo per far entrare questo discorso all'interno di un pubblico più vasto...

Esatto, perché il counseling  per ora si conosce ancora molto poco, ed invece è importante che si conosca, proprio perché ha un approccio diverso da percorsi di psicoterapia, di analisi che sono proprio un'altra cosa, sono percorsi molto lunghi e hanno anche dei costi importanti; qui non si lavora sulla malattia, ma sulla trasformazione, sul cambiamento, sulla motivazione e davvero si vedono risultati importanti sulle persone; chiaro che se poi hai una patologia noi non abbiamo gli strumenti per intervenire.

Nel mondo affine alla religione, il tema della relazione e dell'ascolto è fondamentale, è molto più marcato l'aspetto relativo all'ascolto del disagio, ad esempio la Caritas, i centri di ascolto, l'accoglienza migranti, sono legati ad una situazione di disagio estrema; però oggi questo tipo di interesse che lì è finalizzato a dare un aiuto perché c'è un'ispirazione religiosa, in realtà è molto presente nella difficoltà e nella solitudine delle persone, perché a volte anche quando tu sei equilibrato e non hai particolari patologie, ma devi affrontare un passaggio di vita, una situazione difficile, sì puoi avere degli amici ma non hai una strategia, un modalità con cui farvi fronte. Quindi l'aspetto della relazione per noi è molto interessante.

Infatti, l'ascolto è fondamentale, perché ti permette di creare empatia e di aiutare chi hai davanti. È vero che le situazioni chiamate estreme, che però non sono patologiche, sono di grande disagio; ad esempio io ho presentato un progetto con la Crt, tramite Formazione 80, di sportello di ascolto – che era nato come idea di azienda, gli altri che ne usufruiranno, speriamo, sono i Cpia, che fanno la formazione agli adulti, principalmente disagiati, intesi come extra comunitari – una parte del progetto sarà anche quella di ampliare lo sportello di ascolto seguito più dai tirocinanti per gli studenti, proprio per dare loro questo tipo di sostegno, che non è «ti trovo un lavoro domani», ma è «ci sono, ti ascolto, in qualche modo cerco di aiutarti a trovare delle cose positive in quello che stai facendo».

Prossimi eventi

LA VITA È RELAZIONE. COME TRASFORMARE I NOSTRI RAPPORTI AFFETTIVI, DI AMICIZIA E DI LAVORO.
Conferenza a ingresso libero e gratuito: giovedì 21 gennaio 2016 ore 19.00 – 20.30
Seminario: martedì 2, 9 e 16 febbraio ore 19.00 – 21.30
presso Scuola Superiore di Counseling, via San Donato 59 – Torino

LA VITA È RELAZIONE. COME TRASFORMARE I NOSTRI RAPPORTI AFFETTIVI, DI AMICIZIA E DI LAVORO.
Sabato 30 gennaio 2016 dalle 10.00 alle 18.00
Psicosintesi Counseling, Via Servais 92 int. 149, Torino

PROGETTO “CAFFÈ SOSPESO”: CONOSCERE E SPERIMENTARE IL COUNSELING.
Venerdì 19 febbraio – 18 marzo – 15 aprile – 20 maggio – 17 giugno 2016
dalle 20.00 alle 21.30
Caffè Basaglia, Via Mantova 34, Torino

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