Mons. Nosiglia: "Per una scuola, comunità educante"

L'incontro al Santo Volto dei dirigenti scolastici con l'Arcivescovo di Torino

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Mons. Nosiglia: "Per una scuola, comunità educante"

La scuola e più in generale il mondo dell’educazione continua ad essere al centro di iniziative ed incontri fortemente voluti dall’Arcivescovo Cesare Nosiglia. L’ultimo di questi, si è svolto martedì scorso, presso il salone del Santo Volto. Un incontro aperto ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado. Provenienti da tutta la diocesi torinese.

Più di 150 i partecipanti alla riunione, organizzata e promossa dall’Ufficio Scolastico diocesano guidato da don Bruno Porta e da don Luca Pacifico. Un confronto franco e diretto con i dirigenti scolastici, che ha occupato l’intera mattinata, per poi concludersi con un momento conviviale. Molti i temi affrontati. Uno fra tutti la questione centrale e sempre attuale della scuola intesa come comunità educante. Il questo senso il Vescovo ha dimostrato particolate interesse ed attenzione sul ruolo del sistema scolastico torinese, nelle sue varie articolazioni. “Una scuola intesa in quanto comunità educante deve porsi il problema di come unire insieme nell’insegnamento l’educazione integrale della persona umana e la sua adeguata formazione al sapere, al saper fare e al saper essere: tre aspetti assolutamente indispensabili per aiutare la crescita libera e responsabile di ogni alunno.

Il che significa che la conoscenza – via di libertà per ogni uomo – le competenze e la qualificazione necessarie per entrare nel mondo del lavoro e della professione si coniugano con i valori etici e sociali fondamentali che garantiscono alla persona una adeguata maturità, per una progressiva sua autoeducazione e autoformazione permanente nella vita. Ma il Vescovo è andato ben oltre, riflettendo sul significato ultimo dell’apprendimento, della cultura del lavoro “Infine, penso a una cultura del lavoro che non si lasci suggestionare da messaggi e proposte accattivanti sul piano dell’orientamento, basate sull’avere di più in profitto economico o di riconoscimento civile o di potere, ma che scelga quel lavoro che più è consono ai propri intendimenti e capacità e soprattutto che sia un lavoro utile agli altri: manuale, agricolo o artigianale o industriale, imprenditoriale, artistico”.

Per l’Arcivescovo Nosiglia “La persona diventa veramente libera quando cura la crescita della sua cultura e sa inserirsi nel mondo del lavoro con una qualificazione adeguata a prendere il proprio posto e ad esercitare le proprie abilità e competenze acquisite. Tutto ciò non è però sufficiente, se la persona in quanto tale non prende sempre più coscienza di chi è e di quale sia il senso della sua vita e del suo domani insieme agli altri”. Dunque al centro di tutto deve esserci sempre un investimento coraggioso, come la scuola merita, di risorse umane, spirituali, finanziarie e comunitarie da parte dello Stato e della società. Per Nosiglia si “crede poco e dunque si scommette poco sul valore dell’educativo rispetto ad altre vie e proposte più immediatamente funzionali al mercato o di basso profilo culturale, per le quali si è disposti a spendere molto di più e con più continuità”.

Un altro nodo complesso, ma nello stesso tempo esaltante e stimolante è la presenza crescente di alunni di altre culture e religioni nella scuola. “La nostra scuola porta con sé un bagaglio di cultura, di tradizioni e di contenuti decisivi per la crescita in umanità, spiritualità e formazione delle nuove generazioni – osserva monsignor Nosiglia - la sfida dell’intercultura e del pluralismo, che oggi la scuola si trova ad affrontare in una società sempre più plurietnica e plurireligiosa, apre vie significative di educazione alla accoglienza di ogni alunno al di là della sua provenienza culturale, religiosa o sociale, e al rispetto di ogni persona diversa da sé. Esse non si risolvono tuttavia cancellando o ignorando le radici su cui si reggono e da cui traggono sempre nuova linfa vitale i valori, le tradizioni e la cultura del nostro popolo, ma al contrario mostrando l’intrinseca apertura universale che esse hanno in sé”.

Durante l’incontro, il professor Michele Bennardo, ha ricordato il tema cruciale del lavoro, ricordando ai dirigenti scolastici la recente intesa sull’alternanza scuola-lavoro, firmata dalla Diocesi con l’Usr. Un accordo significativo che mette ancora una volta, in primissimo piano, l’impegno e la volontà della Chiesa torinese a favore della scuola e della formazione. Al termine dell’incontro, don Bruno Porta ha annunciato che dal tre all’otto ottobre, cioè da lunedì al sabato, si svolgerà la tradizionale settimana della scuola, organizzata dall’Ufficio scuola della Diocesi in collaborazione con diversi gruppi ed associazioni professionali, edizione 2016, che quest’anno ha preso spunto dall’Enciclica del Papa “Laudato sì”. Il titolo generale della settimana sarà: “La custodia della Casa comune”, tema che poi si declinerà nelle varie giornate con questi verbi: “Vigilare, rispettare, proteggere, preservare, custodire la casa comune”. Tutti gli studenti, di tutte le scuole del territorio diocesano torinese, con docenti di ogni ordine e grado saranno invitati a partecipare alle iniziative ed alle manifestazioni che caratterizzeranno diverse zone della città.

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