L'Economia sociale torinese per lo sviluppo dei Balcani

A Torino la tappa del progetto E.L.Ba. della Chiesa italiana

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L'Economia sociale torinese per lo sviluppo dei Balcani

Inizia oggi, lunedì 14 settembre, la ‘study visit’ torinese del progetto E.L.Ba. (Emergenza, Lavoro, Balcani), che CEI-Caritas Italiana porta avanti in Bosnia Erzegovina, Serbia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Grecia e Albania, finalizzato a sviluppare la cultura dell’economia sociale nell’area balcanica.

Per una settimana 20 persone provenienti da Albania, Kosovo, Grecia, Macedonia, Montenegro, Croazia, Serbia fanno esperienza di impresa sociale inclusiva torinese e piemontese in un training su innovazione delle pratiche, sostenibilità, coinvolgimento della comunità locale e degli stakeholders istituzionali.

Il programma inizia oggi in Barriera di Milano, luogo privilegiato di sperimentazione sociale, ponendo l’attenzione sulla ‘comunità’ e sulle pratiche di economia sociale, rappresentate dai ‘Laboratori di Barriera’ di via Baltea e dal progetto di S-NODI ‘Fa bene’, che, nel mercato di Piazza Foroni coinvolge cittadini e commercianti nel garantire cibo fresco a chi è in difficoltà in cambio di servizi alla comunità. Martedì 15 lo studio si svolgerà nel cuneese per il tema dello sviluppo dei territori fragili e la valorizzazione della biodiversità, con un percorso tra il Consorzio Agricolo Ortofrutticolo di Peveragno, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow Food International a Bra.

Mercoledì 17 il gruppo torna a Torino per un approfondimento sull’impresa inclusiva: produzione, sostenibilità e gestione. La Cooperativa Arcobaleno trasmetterà al gruppo i suoi 20 anni di esperienza di impresa sociale nel settore del riciclo e, a seguire, l’hub multiculturale Cecchi  Point e l’esperienza del Sermig saranno rappresentative delle attività educative, artigianali e artistiche. Giovedì e venerdì saranno dedicati a workshop e studi con l’Università di Torino, il Politecnico e Caritas Italiana.

 

Un gruppo di lavoro di Caritas Italiana guida l’esperienza coinvolgendo esperti nazionali e internazionali, mentre l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse di Caritas Torino/SNODI ha la responsabilità della formazione. “Progetti come E.L.Ba” sottolinea Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas Diocesana di Torino “ricercano formule di welfare che sappiano avere nel territorio e nello sviluppo del territorio la leva per creare non solo miglioramento nella vita della persone, ma anche rinnovare le relazioni tra persone e gruppi sociali. In  questo modo si può non solo aiutare i poveri, ma si può soprattutto aiutare il contesto sociale aiutando i poveri. E’ stato scelto di studiare il modello Torino per la sua caratteristica di saper creare forte sinergia tra soggetti molto diversificati tra di loro e per la capacità di tradurre in esperienze concrete le idee. Questa dinamica di concretezza è uno degli elementi oggi riconosciuti come più importanti nelle politiche di sviluppo dei territori”.

 

La settimana torinese, che si realizza con il contributo dell’agenzia Onu ILO, Slow Food, la Scuola di Economia Civile, il progetto Secondo Welfare e la Città di Torino, è una delle 8 tappe del progetto E.L.Ba., ognuna in un Paese diverso. Per un totale di 18 mesi di lavoro: formazione, scouting di buone esperienza, sostegno finanziario alle iniziative migliori, creazione di una rete di Paesi europei di supporto, sviluppo di nuove progettualità che coinvolgano l’Unione Europea permettendo la prosecuzione della progettualità per gli anni futuri. Una risposta concreta, positiva, ad alto impatto che contrasta in modo netto l’assistenzialismo formando nuova cultura e nuove competenze. Un’iniziativa che crea connessione e collaborazioni in un territorio tradizionalmente conosciuto per i suoi conflitti.

 

Torino è stata scelta per la sua lunga tradizione ed esperienza nell’intervento sociale in favore delle persone in difficoltà. Negli ultimi anni numerosi progetti sono stati particolarmente innovativi per la costruzione, la gestione e la lunghezza di visione degli effetti che possono portare. Da oltre 10 anni l’Osservatorio della Caritas Diocesana di Torino lavora ad un progetto di ricerca–azione che si muove su quattro traiettorie: rilevare i processi di mutamento sociale nei territori; analizzare i processi di impoverimento; realizzare interventi a favore della povertà più rispondenti ai bisogni sociali; ri–orientare le comunità ecclesiali verso iniziative di fraternità e prossimità.

Non è perciò un caso se Torino, con il progetto S-NODI, è la case history scelta per rappresentare l’inclusione sociale alla presentazione del Rapporto Caritas 2015 sulle politiche contro la povertà in Italia, in programma martedì 15 settembre a Roma. 

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