Nichelino, l'altra periferia in attesa di rilancio

Parte dalla cintura sud di Torino il viaggio de La Voce e il Tempo nei Comuni che hanno partecipato al bando periferie. Intervista al sindaco Tolardo: «siamo in attesa dei finanziamenti». Le 5 parrocchie nichelinesi sono mobilitate per ridare lavoro. Inchiesta fotografica

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Nichelino, l'altra periferia in attesa di rilancio

Anche la Città metropolitana di Torino ha partecipato al Bando Periferie del governo. I primi 24 progetti, tra cui quelli che riguardano il Comune di Torino e che questo giornale ha illustrato nel dettaglio nelle uscite delle scorse settimane attraverso la voce dei presidenti delle Circoscrizioni, sono finanziati con i 500 milioni di euro stanziati dalla legge di Stabilità 2016. Nella lista degli altri 96 progetti «secondi arrivati», al gradino 38 della graduatoria si trovano quelli della Città metropolitana di Torino. Il fabbisogno complessivo di risorse è poco sotto i 40 milioni di euro. Per ora non sono finanziati, ma saranno garantiti con risorse «successivamente disponibili», forse già entro l’anno 2017.

Dopo quello nei quartieri torinesi interessati dagli interventi portati a Roma dalla giunta Appendino, ma già nei cassetti dell’amministrazione Fassino, inizia con il Comune di Nichelino l’itinerario de «La Voce e il Tempo» nelle periferie della cintura torinese. Il Comune a Sud del capoluogo (48 mila abitanti) è uno dei centri che ha presentato proposte per accedere ai fondi del bando nazionale.

Sindaco Giampiero Tolardo, lei è in carica dal giugno del 2016, dopo una crisi di Giunta che ha portato ad elezioni anticipate, quali opere avete in cantiere e per le quali avete richiesto risorse economiche al Governo?

Nel pacchetto del Bando Periferie Nichelino ha presentato progetti di impatto sulla cittadinanza e di rilevante importo economico, a partire dagli interventi diffusi di manutenzione di parti degli edifici scolastici che da soli valgono 1 milione e mezzo di euro. Poi l’ampliamento della Biblioteca civica e della ludoteca di via Turati, interventi sulla Caserma dei Carabinieri di via I maggio.

Un programma importante, che però al momento non dispone di risorse. Ci sono rassicurazioni sui tempi e la certezza del finanziamento?

I tecnici comunali in contatto con i funzionari del ministero assicurano che già entro fine anno potrebbe essere sbloccata l’approvazione da parte del Cipe dell’erogazione dei fondi per i progetti oltre la 24esima posizione nella graduatoria del bando. Noi saremmo pronti a partire da subito.

I progetti, al Governo, sono stati presentati nel loro insieme come «area metropolitana di Torino», anche se molti osservatori hanno fatto notare, non ultimi alcuni docenti universitari sulle colonne di questo giornale, che l’ex Provincia non ha in realtà costituito un soggetto unito e forte nella partecipazione al bando. Lei cosa ne pensa?

Posso parlare dell’esperienza di Nichelino. In effetti i progetti presentati erano opere già nella programmazione locale e il Comune è stato l’unico attore proponente, essendo interessato direttamente dalle realizzazioni, che insistono solo sul territorio nichelinese. Su altre politiche, invece, si cerca di costruire sinergia con i Comuni vicini e dell’area a sud di Torino, idealmente una fascia di centri che va da Piossasco a Trofarello. Per esempio, sul tema del lavoro è necessario ragionare per aree più vaste del Comune.

Lei cita il tema del lavoro, quindi della mancanza di occupazione, dei problemi relativi all’insediamento di imprese. Perché?

È una delle istanze più frequenti che i cittadini manifestano e che i Sindaci si trovano ad affrontare. Nichelino, purtroppo, non fa eccezione. È impossibile che il Comune risolva direttamente i problemi di carenza di impiego: può mettere in atto alcune politiche di facilitazione, oppure favorire l’insediamento di aree produttive che portino occupazione. Non lo nego: il contesto è molto difficile.

Sì, però i cittadini continuano a bussare, in prima istanza, alle porte dei primi cittadini. Lei, al Comune di Nichelino, quali interventi promuove in questo settore?

Il più importante è quello che stiamo realizzando insieme a Confartigianato per la valorizzazione della zona industriale di via Vernea. L’area può accogliere numerose imprese artigiane, piccoli produttori: è opportuno che quell’area diventi, o meglio torni ad essere, densamente occupata da insediamenti produttivi.

Su quali altre zone di trasformazione urbana il Comune sta intervenendo?

Oltre all’area su cui sorgerà il centro commerciale Mondo Juve, a ridosso del confine con Vinovo, i grandi progetti di trasformazione urbana che interessano il territorio di Nichelino sono due, ancora però allo stato di studio: il recupero dell’ex area Viberti di via Matteotti, e, sempre su via Debouchè, l’area adiacente allo svincolo della tangenziale, un vecchio progetto che prevedeva insediamento di abitazioni per migliaia di abitanti e servizi che in parte potrebbe tornare in auge. Per quanto riguarda le nuove edificazioni di servizi, a Nichelino aprirà una Rsa – residenza sanitaria assistenziale in via Giacosa entro l’anno e di un’altra s’inizieranno i lavori: obiettivo è l’inaugurazione nel 2018.

L’emergenza abitativa è un’altra questione sentita…
Molto, è vero. Grazie ai fondi ex conduzione e manutenzione termica della Città di Nichelino, circa un milione di euro, il Comune acquisterà alloggi per l’emergenza abitativa, dopo aver dato risposta negli scorsi mesi a famiglie che si trovavano a dormire in garage perché sfrattate e senza dimora.

DSC_9709 Massimo Masone

In parrocchia sportelli di ascolto per chi cerca lavoro 

di Stefano Di Lullo 

Nichelino è la città più povera della provincia di Torino. Lo dicono i dati sulle dichiarazioni dei redditi del 2016.

Parte da qui il viaggio del nostro giornale nelle periferie dell’hinterland torinese.

Il lavoro che non c’è è l’emergenza più grave. Un’«altra» Nichelino, che si sta reinventando. Sì perché dagli anni Sessanta ai Novanta il borgo agricolo si trasformò in città operaia dando lavoro a migliaia di famiglie, in particolare provenienti dal Sud Italia, che trovavano lavoro alla Fiat. Tutta la zona industriale nichelinese oggi è in condizione di abbandono, pochi gli stabilimenti rimasti. I dati sulla produzione sono allarmanti. Il complesso dell’ex fabbrica «Viberti» (che ha chiuso i battenti alla fine degli anni ‘90), lasciato al degrado, resta il simbolo di un’era che non c’è più.

Le cinque comunità parrocchiali, nate insieme all’ampliamento del Comune operaio, hanno da sempre accompagnato famiglie e giovani.

La storica sede dell’Engim, il centro di formazione e orientamento al lavoro, iniziò proprio a Nichelino, nel 1979, la sua attività grazie alla collaborazione fra la parrocchia SS. Trinità, con l’allora parroco don Paolo Gariglio, e i Giuseppini del Murialdo, da sempre attenti alla dimensione della formazione professionale dei ragazzi.

Da tre anni le parrocchie nichelinesi sono scese in campo insieme per combattere il disagio sociale costituendo una commissione di Pastorale sociale e del lavoro a livello di Unità pastorale.         

«Compito primario della Commissione», sottolinea don Gian Franco Sivera, parroco della Madonna della Fiducia e moderatore dell’Up 55, «in linea con l’Agorà del sociale promossa dall’Arcivescovo, è far dialogare amministrazione comunale, associazioni, cittadini, giovani e lavoratori per offrire possibilità di ripresa reale sul territorio».

La commissione, grazie alla collaborazione con l’Engim e ad un’opera di sensibilizzazione fra la popolazione, ha recentemente devoluto 5 borse lavoro ad altrettanti ragazzi dai 18 ai 20 anni inoccupati. Se ne attiveranno altre nei prossimi mesi.  «Un piccolo segnale», osserva don Sivera,  «che indica che è possibile ripartire dalle potenzialità della città». 

In collaborazione con il Comune dal 2001 sono attivi due sportelli di ascolto lavoro gestiti da volontari appositamente formati dall’Ufficio di Pastorale del lavoro della diocesi: uno in piazza Aldo Moro 50 e l’altro in via dei Cacciatori 21, presso la sede delle Acli.

Per don Sivera occorre creare opportunità lavorative che offrano una prospettiva concreta di rilancio per il territorio. Per il parroco nichelinese, dunque, il Centro commerciale «Mondo Juve», in strada Debouchè, al confine tra Nichelino e Vinovo, la cui apertura è in programma a maggio, non rappresenta una risposta significativa all’emergenza lavoro. «È necessario, infatti, tenere conto», commenta, «dei posti di lavoro persi per i negozi che chiudono e le nuove assunzioni annunciate, che non si configurano come una soluzione ‘vera’ al problema occupazionale».      

Al centro della Commissione Sociale di Up quest’anno c’è, inoltre, il tema dell’accoglienza dei migranti. Da una parte con un lavoro di formazione fra le comunità e i cittadini, dall’altra di accoglienza vera e propria in sinergia con Comune e Prefettura. Attualmente la Città, con il piano «Sprar»,  accoglie 12 migranti, 3 dei quali sono ospitati presso la parrocchia Madonna della Fiducia.

È poi forte l’attenzione delle parrocchie alla vita sociale. Lo scorso anno è nata «Chreo Nichelino», associazione che riunisce alcuni laici impegnati attivamente nelle cinque parrocchie nichelinesi per approfondire i temi della politica locale.  Nata in clima pre-elettorale, «Chreo» ha recentemente costituito cinque gruppi tematici che lavorano al passo con le commissioni consiliari del Comune.

«Per far fronte alle tante richieste di famiglie in difficoltà», evidenzia don Riccardo Robella, parroco della Trinità,  «da diversi anni abbiamo costituito la Caritas inter-parrocchiale. In parrocchia ospitiamo il magazzino, recentemente ampliato, dove avviene lo smistamento degli alimenti per le esigenze di tutta la città. Storica poi l’attenzione della Trinità alla formazione professionale dei giovani, attraverso progetti con l’Engim».

«Positivo il lavoro tra parrocchie, cooperative e comitati di quartiere», sottolinea don Mario Aversano, parroco di Regina Mundi, nel borgo Crociera, «in collaborazione con l’associazione culturale ‘Idea’ è nato da poche settimane il doposcuola dell’oratorio aperto tutti i giorni per studenti di elementari e medie, che si inserisce nel piano di contrasto alle marginalità sociali». 

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