Urbi et Orbi. L’abbraccio consolatore di Papa Francesco avvolge il mondo

Terrorismo, guerre, migranti e cristiani perseguitati. Sembra un quadro oscuro, ma la Risurrezione di Gesù porta luce e speranza al mondo.

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Urbi et Orbi. L’abbraccio consolatore di Papa Francesco avvolge il mondo

Urbi et Orbi. Belgio, Siria, Iraq, Yemen, Libia, Ucraina, Venezuela, ma anche paesi che non sempre sono sulle prime pagine dei nostri giornali, come Burundi e Mozambico, il pensiero del Papa ha fatto davvero il giro del mondo in questa domenica di Pasqua. Ovunque ci sia terrorismo, violenza, dolore, ma anche un germe di speranza da sostenere, là è andata la preghiera di Francesco.

Come le più remote periferie del mondo, il Papa ha voluto visitare anche le periferie più desolate del nostro animo: “A quanti nelle nostre società hanno perso ogni speranza e gusto di vivere, agli anziani sopraffatti che nella solitudine sentono venire meno le forze, ai giovani a cui sembra mancare il futuro, a tutti rivolgo ancora una volta le parole del Risorto”: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose … A colui che ha sete darò gratuitamente acqua dalla fonte della vita” (Ap 21,5-6).

Solo Dio può riempire il nostro vuoto

Di fronte alle “voragini spirituali e morali dell’umanità”, di fronte “ai vuoti che si aprono nei cuori” e che “provocano odio e morte”, solo un’infinita misericordia può darci salvezza. “Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita”.

Indicibili prove

“Il mondo - ha osservato Papa Francesco - è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello spirito, mentre le cronache giornaliere si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove”.

Le ferite del terrorismo

Il terrorismo “forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo” è tra le principali preoccupazioni del Papa che ricorda le stragi recenti in Belgio e Turchia, Nigeria, Ciad, Camerun, Costa d’Avorio e Iraq.

Sentieri di speranza

Ma non tutto è perduto: “Cristo Risorto indica sentieri di speranza” come in Siria “Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile”. Il Papa ha pregato per i colloqui di pace, affinché “con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino”.

Un “incontro fecondo” di popoli e di culture, che Papa Francesco spera che possa estenedersi anche ad altre zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, in particolare in Iraq, nello Yemen e in Libia. Ed in Terra Santa dove l’augurio è che “l’immagine dell’uomo nuovo, che splende sul volto di Cristo, favorisca la convivenza fra Israeliani e Palestinesi” ed il “quotidiano impegno ad adoperarsi per edificare le basi di una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero”.

L’uomo è alla ricerca della pace anche in altri paesi, come l’Ucraina od il Venezuela.

Il dramma di migranti e rifugiati

“Il Cristo risorto, annuncio di vita per l’intera umanità, si riverbera nei secoli e ci invita a non dimenticare gli uomini e le donne in cammino alla ricerca di un futuro migliore, schiera sempre più numerosa di migranti e di rifugiati – tra cui molti bambini – in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall’ingiustizia sociale”. Questi nostri fratelli e sorelle, sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto.

I disastri ambientali

In questo giorno glorioso, “gioisca la terra inondata da così grande splendore” (cfr Preconio pasquale), eppure “tanto maltrattata e vilipesa” da uno sfruttamento “avido di guadagno”, che “altera gli equilibri della natura”. Il pensiero del Papa è andato a quelle aree colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, che provocano siccità o violente inondazioni, e le conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta.

I cristiani perseguitati

Papa Francesco ha infine voluto ricordare “i nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo” e dinanzi al male “che sembra avere la meglio nella vita di tante persone”, ha ripetuto la consolante parola del Signore: “Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). Dio è più forte. Gesù Cristo è risorto! L’amore ha sconfitto l’odio, la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre!

La Veglia Pasquale

La Pasqua è la “festa della speranza”, perché l’amore di Dio non delude mai. Durante la Veglia Pasquale del Sabato Santo Papa Francesco ha ricordato che c’è una pietra da far rotolare via nella notte, e questa pietra non è soltanto quella che chiude il Sepolcro di Cristo, ma è la “mancanza di speranza che ci chiude in noi stessi”. Così Francesco ci ha invitati a guardare le cose alla luce del Risorto: “Il Consolatore non fa apparire tutto bello, non elimina il male con la bacchetta magica, ma infonde la vera forza della vita, che non è l’assenza di problemi, ma la certezza di essere amati e perdonati sempre da Cristo, che per noi ha vinto il peccato, la morte e la paura”.  

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