Un inviato del Papa a Medjugorje

Bergoglio nomina Henryk Hoser, Arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga, suo delegato 

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Un inviato del Papa a Medjugorje

Papa Francesco ha incaricato mons. Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale inviato speciale della Santa Sede. Lo riferisce la Sala Stampa vaticana. Argomento delicato perché la sensibilità popolare è elevatissima. Significativamente ha scelto la data dell’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes.

La missione dell'inviato – spiega la Sala Stampa - «ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà un carattere esclusivamente pastorale. È previsto che mons. Hoser, il quale continuerà a esercitare l’ufficio di arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga, completi il suo mandato entro l’estate».

Greg Burke, direttore della Sala Stampa, sottolinea che «la missione è un segno di attenzione del Papa verso i pellegrini. Lo scopo non è inquisitorio, ma strettamente pastorale. L'inviato non entrerà nella questione delle apparizioni mariane, che sono di competenza della Congregazione per la dottrina della fede, e sarà in contatto con il vescovo, i Frati minori francescani ai quali è affidata la parrocchia di Medjugorje, e con i fedeli. È una missione per i pellegrini, non contro nessuno».

Il 4 luglio 2016 padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, accenna alle «voci sulla possibile nomina di un amministratore apostolico per il santuario di Medjugorje, che lo governi riferendo alla Santa Sede. Si tratta di un’ipotesi oggetto di studio, ma non vi è alcuna decisione in merito».

Medjugoje in Bosnia Erzegovina conquista visibilità mondiale dal 24 giugno 1981: sei ragazzi e ragazze di 10-16 anni – Vicka Ivankovic, Mirijana Dragicevic, Marija Pavolivic, Ivan Dragicevic, Ivanka Ivankovic, Jakov Colo – affermano di avere apparizioni della Vergine «Kraljica Mira, Regina della pace». Nei decenni Medjugorje diventa meta di pellegrinaggi. Nonostante l’estrema prudenza del vescovo Pavao Zanic, degli altri vescovi e della Santa Sede, i Frati minori francescani – che hanno investito molti soldi nel santuario - spingono per il riconoscimento delle apparizioni e promuovono i pellegrinaggi dall’Europa, nonostante la cautela degli episcopati, a cominciare dalla Cei.

La posizione della Chiesa è riassunta nel 2007 dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone che rinvia alla «dichiarazione di Zara», città nella quale il 10 aprile 1991 i vescovi dell’allora Jugoslavia affermano: «Sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali, non constat de supernaturalitate». Nel marzo 2010 Papa Benedetto XVI forma una Commissione internazionale di inchiesta, composta da vescovi, teologi e altri esperti e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, vicario emerito di Roma. Il 17 gennaio 2014 a conclusione dei lavori – svolti nel più assoluto segreto – gli atti sono consegnati alla Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dal cardinale tedesco Gehrart Müller.

Dei sei veggenti, tre assicurano di avere ancora l'apparizione quotidiana alla stessa ora e in qualunque luogo essi si trovino: Vicka vive a Medjugorje; Marija vive a Monza; Ivan negli Stati Uniti ma torna spesso a Medjugorje; Mirjana ha un'apparizione ogni giorno 2 del mese; Ivanka e Jakov hanno un'apparizione all'anno. Un problema che ha dovuto affrontare la Commissione è l’enorme mole di messaggi attribuiti alla Madonna.

Il vescovo di Mostar-Duvno, mons. Ratko Peric e il predecessore Pavao Zanic sono sempre stati decisamente contrari mentre il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn è favorevole. La Chiesa considera le apparizioni mariane come «rivelazioni private», che non aggiungono nulla di nuovo e di diverso alla rivelazione cristiana e alla fede. La Chiesa può dare un riconoscimento formale: a Lourdes le 18 apparizioni 11 febbraio-16 luglio 1858 ebbero il riconoscimento nel 1862 da Pio IX che vedevae una conferma del dogma dell’Immacolata Concezione che aveva proclamato l’8 dicembre 1854con la bolla «Ineffabilis Deus».

Sull’aereo di ritorno da Sarajevo il 6 giugno 2014 Papa Francesco, interpellato dai giornalisti, spiega: «Sul problema di Medjugorje, Benedetto XVI ha fatto una Commissione presieduta dal cardinale Ruini che è venuto da me e mi ha consegnato lo studio. Hanno fatto un bel lavoro. Il cardinale Müller (Dottrina della fede, n.d.r.). Siamo lì lì per prendere delle decisioni. Per il momento si danno alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno».

Qualcuno ha preso queste parole come un'approvazione delle apparizioni, qualcuno al contrario come una bocciatura delle visioni. Il 9 giugno 2004 Francesco all’omelia della Messa a Santa Marta - senza nominare Medjugorje - critica «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana e dimenticano che sono stati scelti, “unti”, quelli che hanno la “garanzia”. Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonnamanderà alle 4 del pomeriggio? Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più, perché la Madonnanon manda emissari». È un discorso generale, che non riguarda solo Medjugorje, ma che vuole correggere la spasmodica ricerca del miracoloso, del mirabolante, dello stupefacente di troppi credenti.
I cristiani non sono persone che vanno «dietro a una filosofia» ma «siamo unti con la garanzia dello Spirito». In sostanza il Pontefice mette in guardia da chi vuole trasformare il Cristianesimo in «una bella idea», come chi ha sempre bisogno «di novità dell'identità» mentre la testimonianza cristiana corre il rischio di chi «allarga la coscienza» e ci fa entrare dentro tutto: non è il caso di «annacquare» l'identità cristiana in una religione «leggera». I cristiani non possono e non devono vivere inseguendo le rivelazioni e i miracoli. 

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