Maria ci insegna che per seguire Gesù occorrono gesti concreti

In Piazza San Pietro si è celebrata la Veglia per il Giubileo Mariano. Il Papa: la preghiera del Rosario è la sintesi della storia della misericordia di Dio.

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In Piazza San Pietro si è celebrata la Veglia per il Giubileo Mariano. Il Papa: la preghiera del Rosario è la sintesi della storia della misericordia di Dio.

La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita, ma ci chiede di “incarnarci” nella storia di tutti i giorni per saper “cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi”. Così il Papa durante la Veglia Mariana celebrata questa sera in Piazza San Pietro.

A partecipare al Giubileo sono giunte, con statue ed icone, 94 delegazioni mariane provenienti da 51 santuari sparsi in tutto il mondo. Per l’Italia è presente anche una delegazione proveniente da Amatrice. La celebrazione è iniziata nel pomeriggio, con il passaggio della Porta Santa ed è proseguita in serata con la Veglia di preghiera. Il Giubileo Mariano si concluderà domattina, con la Santa Messa delle ore 10.30.

Sul sagrato della Basilica Vaticana è stata portata anche l’icona di Maria salus populi romani che di solito viene custodita a Santa Maria Maggiore. Dopo il bacio al dipinto, il Santo Padre si è seduto proprio di fronte all’icona, a lui tanto cara, per recitare il Santo Rosario.

Maria ci conduce a Gesù

La preghiera del Rosario è, per molti aspetti “la sintesi della storia della misericordia di Dio” che si trasforma in “storia di salvezza” per quanti si lasciano “plasmare dalla grazia”. I misteri del Rosario sono “gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti”.

“Attraverso la preghiera e la meditazione della vita di Gesù Cristo - ha osservato Francesco - noi rivediamo il suo volto misericordioso che va incontro a tutti nelle varie necessità della vita. Maria ci accompagna in questo cammino, indicando il Figlio che irradia la misericordia stessa del Padre”. Lei è davvero “l’Odigitria” (dal greco bizantino: colei che conduce, mostrando la direzione n.d.r.), “la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù”. In ogni mistero del Rosario la sentiamo vicina a noi e la contempliamo come prima discepola di suo Figlio, la quale mette in pratica la volontà del Padre (cfr Lc 8,19-21).

La gioia della condivisione

Ogni volta che contempliamo un momento, un mistero della vita di Cristo, siamo invitati a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita, per poi accoglierlo e seguirlo. Scopriamo così la via che ci porta a seguire Cristo nel servizio ai fratelli. Accogliendo e assimilando dentro di noi alcuni avvenimenti salienti della vita di Gesù, noi partecipiamo alla sua opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo. Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove Lui ci chiede di essere presente. Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi. Al contrario, siamo chiamati a partecipare a tutti il suo amore, la sua tenerezza, la sua bontà, la sua misericordia. È la gioia della condivisione che non si ferma dinanzi a nulla, perché porta un annuncio di liberazione e di salvezza.

Maria ci mostra cosa significa essere discepoli di Gesù

“Maria, da sempre prescelta per essere la Madre, ha imparato a farsi discepola”. Il suo primo atto è stato quello di porsi in ascolto di Dio. Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. “Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca” (cfr Mc 3,31-35); “ha conservato tutto nel suo cuore” (cfr Lc 2,19) ed è diventata “memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede”.

Mettersi al servizio del Vangelo

Tuttavia, non basta soltanto ascoltare. Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta. Il discepolo, infatti “mette la sua vita al servizio del Vangelo”. È così che la Vergine Maria si recò subito da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza (cfr Lc 1,39-56); a Betlemme diede alla luce il Figlio di Dio (cfr Lc 2,1-7); a Cana si prese cura di due giovani sposi (cfr Gv 2,1-11); sul Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa (cfr Gv 19,25-27); dopo la Risurrezione, rincuorò gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo (cfr At 1,14).

In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo. “Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane”.

La più antica preghiera mariana

“Invochiamo questa sera - ha concluso il Papa - la nostra tenera Madre del cielo, con la più antica preghiera con cui i cristiani si rivolgevano a Lei, soprattutto nei momenti di difficoltà e di martirio. Invochiamola nella certezza di essere soccorsi dalla sua materna misericordia, perché Lei, gloriosa e benedetta, possa essere protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della nostra vita: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

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