Bergoglio: "Siamo tutti peccatori, salvati dall’amore di Gesù"

La catechesi del Papa sulla Misericordia nel Vangelo ed il racconto dell’abbraccio con la piccola Lizzy, la bimba ammalata che sta perdendo vista e udito.

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La catechesi del Papa sulla Misericordia nel Vangelo ed il racconto dell’abbraccio con la piccola Lizzy, la bimba ammalata che sta perdendo vista e udito.

“Tutti siamo peccatori, ma tutti abbiamo la possibilità di ricevere il perdono che è la misericordia di Dio”. Dopo avere riflettuto sulla misericordia di Dio nell’Antico Testamento, Papa Francesco ha iniziato oggi un secondo ciclo di catechesi sulla misericordia nel Vangelo: “iniziamo a meditare su come Gesù stesso l’ha portata al suo pieno compimento. Gesù, infatti, è la misericordia di Dio fatta carne”. Il Vangelo “è davvero il Vangelo della Misericordia, perché Gesù è la Misericordia!”.

L’amore che salva

Gesù “non si è presentato al mondo nello splendore del tempio: poteva farlo”. “Non si è fatto annunciare da squilli di trombe: poteva farlo”. “E neppure è venuto nelle vesti di un giudice: poteva farlo”. Invece, dopo trent’anni di vita nascosta a Nazaret, “Gesù si è recato al fiume Giordano, insieme a tanta gente del suo popolo, e si è messo in fila con i peccatori. Non ha avuto vergogna: era lì con tutti, con i peccatori, per farsi battezzare”. Tutti e quattro i Vangeli attestano che Gesù, prima di intraprendere il suo ministero, volle ricevere il battesimo da Giovanni Battista (Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22; Gv 1,29-34).

Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo è stato la realizzazione del programma iniziale: “portare a tutti l’amore di Dio che salva”. “Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia: ci ha portato l’amore! Un amore grande, un cuore aperto per tutti, per tutti noi! Un amore che salva!”.

La salvezza è frutto della Misericordia di Dio

“Lui - ha proseguito Papa Francesco - si è fatto prossimo agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia e vita nuova. Gesù, il Figlio inviato dal Padre, è realmente l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità!” Quanti erano presenti sulla riva del Giordano non capirono subito la portata del gesto di Gesù. Lo stesso Giovanni Battista si stupì della sua decisione (cfr Mt 3,14). Ma il Padre celeste no! Egli fece udire la sua voce dall’alto: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,11). In tal modo il Padre conferma la via che il Figlio ha intrapreso come Messia, mentre scende su di Lui come una colomba lo Spirito Santo. Così il cuore di Gesù “batte, per così dire, all’unisono con il cuore del Padre e dello Spirito, mostrando a tutti gli uomini che la salvezza è frutto della misericordia di Dio”.

La Misericordia cancella le nostre miserie

Possiamo contemplare ancora più chiaramente il grande mistero di questo amore volgendo lo sguardo a Gesù crocifisso. Mentre sta per morire innocente per noi peccatori, Egli supplica il Padre: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). “E’ sulla croce - ha osservato il Papa - che Gesù presenta alla misericordia del Padre il peccato del mondo: il peccato di tutti, i miei peccati, i tuoi peccati, i vostri peccati. E lì, sulla croce, Lui li presenta al Padre. E con il peccato del mondo tutti i nostri peccati vengono cancellati. Nulla e nessuno rimane escluso da questa preghiera sacrificale di Gesù”.

Ciò significa che non dobbiamo temere di riconoscerci e confessarci peccatori. Quante volte noi diciamo: “Ma, questo è un peccatore, ha fatto quello e quello...”, e giudichiamo gli altri. “E tu? Ognuno di noi dovrebbe domandarsi”: “Sì, quello è un peccatore. E io?”. “Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati: tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio”. “Non dobbiamo temere, dunque, di riconoscerci peccatori, confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla Croce”.

“Non dobbiamo temere le nostre miserie: ognuno di noi ha le proprie. La potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. E questa misericordia cancella le nostre miserie”.

Lo sport è un linguaggio universale

Al termine dell’Udienza Papa Francesco ha rivolto un appello per la Terza Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo di oggi, indetta dalle Nazioni Unite: “Lo sport è un linguaggio universale, che avvicina i popoli e può contribuire a far incontrare le persone e superare i conflitti. Perciò incoraggio a vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità”.

L’abbraccio con Lizzy, la bimba che perderà la vista e l’udito

Sceso dal sagrato il Papa ha abbracciato Lizzy (Elisabeth Myers) una bambina proveniente dall’Ohio che aveva manifestato il desiderio di vedere Papa Francesco. La piccola è affetta dalla sindrome di Usher, una malattia genetica rara che provoca la perdita progressiva dell'udito e della vista. Papa Francesco, dopo avere pregato per lei, le ha poggiato delicatamente le mani sugli occhi e si è trattenuto qualche istante a parlare con i famigliari.

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