Il Papa condanna attentati San Pietroburgo, bombe chimiche in Siria, Stoccolma, copti Egitto

Una settimana di passione per Francesco e l'umanità ferita

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Il Papa condanna attentati San Pietroburgo, bombe chimiche in Siria, Stoccolma, copti Egitto

I criminali che militano sotto le nere bandiere del Califfato preferiscono le feste cristiane, Natale e Pasqua, per massacrare i cristiani copti in Egitto. Dal 2011 questa comunità ha subìto 40 attentati: è l’«ecumenismo del sangue e del martirio». I violenti attacchi nella domenica delle Palme 2017 causano 40 morti e 50 feriti. Sul Medio Oriente spirano venti di guerra. Francesco conferma (a meno di sorprese dell’ultima ora) il viaggio al Cairo del 28-29 aprile.

1° aprile 2017 – In una galleria della metropolitana di San Pietroburgo esplode un ordigno in un vagone della linea blu. L’attentato provoca 14 morti e 47 feriti.

4 aprile – In Siria le forze del dittatore Assad buttano le bombe chimiche (gas Sarin) sulla popolazione civile di Khan Sheikhun, nella provincia di Idlib, e provocano 80 morti (30 bambini). I feriti hanno convulsioni, bava alla bocca, difficoltà respiratorie, restringimento delle pupille. Unanime la condanna internazionale. L’Onu è bloccata dal veto di Mosca. Il tiranno Assad è protetto da altri tiranni: Iran, Russia, Cina.

5 aprile – Francesco: «Assistiamo inorriditi all’inaccettabile strage in cui sono state uccise decine di persone, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e mi appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti. Il mio pensiero va al grave attentato nella metropolitana di San Pietroburgo. Affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai feriti».

7 aprile – Il presidente americano Donald Trump ordina il lancio di 59 missili Tomahawk contro la base militare siriana di Shayrat responsabile dell’attacco chimico. Non si hanno reazioni del Vaticano. I vescovi Usa chiedono al governo di lavorare senza sosta per ottenere un cessate il fuoco e una soluzione politica in Siria.

7 aprile – A Stoccolma, capitale della Svezia, un terrorista solitario lancia un autocarro rubato, carico di birra, contro la folla nella zona pedonale: 4 morti  e 15 feriti. La polizia arresta un cittadino uzbeko di 39 anni, già espulso.

9 aprile – Nella domenica delle palme l’attacco più grave contro la comunità copta egiziana. C’è la mano del sedicente Stato Islamico dietro le stragi. La rivendicazione avviene attraverso un’agenzia di stampa. È colpita la chiesa copta di San Giorgio a Tanta, a nord del Cairo: una bomba esplode mentre duemila fedeli partecipano alla celebrazione della domenica delle palme e due ordigni sono disinnescati in una moschea. Un altro attacco nella chiesa di San Marco ad Alessandria, dove celebra  Tawadros, Patriarca dei copti. Le forze dell’ordine impediscono a un attentatore imbottito di esplosivo di entrare in chiesa e l’uomo si fa esplodere all’esterno. È l’ennesimo attacco alla comunità cristiana con 10 milioni di fedeli su 90 milioni di abitanti. «Copti» significa «egiziani di religione cristiana» che si riconoscono nel Patriarcato copto-ortodosso di Alessandria. Chiesa fondata nel I secolo, ha origine dalla predicazione dell’evangelista San Marco sotto l’imperatore Nerone.

Papa Francesco – A conclusione dell’Angelus di domenica 9 aprile prega per le vittime ed esprime vicinanza all’Egitto e alla Chiesa copta: «Al mio caro fratello Tawadros II, alla Chiesa copta e a tutta la cara nazione egiziana, esprimo il mio profondo cordoglio, prego per i defunti e per i feriti, sono vicino ai familiari e all’intera comunità. Il Signore converta il cuore delle persone che seminano terrore, violenza e morte e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi. Al Cristo che entra nella Passione e alla Vergine affidiamo le vittime dell’attentato terroristico a Stoccolma, come anche quanti sono duramente provati dalla guerra, sciagura dell’umanità».

Dalle palme alla Pasqua - Nell’omelia Bergoglio parte dal trionfale ingresso di Gesù in Gerusalemme e ripercorre il significato della Settimana Santa: «La Pasqua di risurrezione è il cuore della fede cristiana, con un doppio sapore, dolce e amaro. Questo Gesù non è un illuso che sparge illusioni, un profeta “new age”, un venditore di fumo, tutt’altro: è un Messia determinato, con la fisionomia di servo di Dio e dell’uomo che va alla passione. È il grande paziente del dolore umano. Gesù deve patire calunnie, oltraggi, tradimenti, abbandono, giudizio iniquo, percosse, flagelli, corona di spine, via crucis e crocifissione. Questo Gesù è presente in tanti fratelli e sorelle che patiscono sofferenze come lui: soffrono per un lavoro da schiavi, i drammi familiari, le malattie, le guerre e il terrorismo, gli interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne ingannati, violati nella loro dignità, scartati».

10 aprile – Ricevendo i superiori generali degli Ordini Francescani il Papa torna con il pensiero e la preghiera ai copti e conferma la decisione di andare al Cairo. Lo dice anche l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, intervistato dal «Corriere della Sera»: «Ciò che è accaduto provoca turbamento e grande sofferenza, ma non può impedire lo svolgimento della missione di pace del Papa. Questi attentati sono un attacco al dialogo e alla pace». Il dialogo è anche un modo di isolare i fondamentalisti: «Il Papa distingue gli atti di terrorismo compiuti da fanatici esaltati dalla religione». Francesco, come i predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, rifiuta di associare l'Islam al terrorismo: «Terroristi potranno essere alcuni islamici deviati, ma non la religione. Questo ha guadagnato al Papa la riconoscenza dei musulmani. Molte autorità islamiche ringraziano il Pontefice e molti gli scrivono ammirati per la sua autorevolezza morale». Il sostituto aggiunge: «In Egitto ci hanno assicurato che tutto procederà per il meglio. Andiamo tranquilli».

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